SURE - Rapporto per l'Italia

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SURE - SUSTAINABLE USE OF RESOURCES IN EUROPE
Politica dei rifiuti e riduzione dei flussi materiali in Europa

a cura del Coordinamento Europeo degli Amici della Terra (CEAT) e con il Patrocinio della DG XI dell'Unione Europea (Aprile 1999) 

La politica dei rifiuti ha rappresentato finora il caso più esemplare dell’inadeguatezza dell’impostazione di comando controllo e dell’approccio di intervento a valle che hanno caratterizzato la politica ambientale dagli anni ’70 fino ad oggi.  Politiche che riflettono il dominio culturale dell’economia neoclassica e della concezione dello sviluppo come processo lineare aperto completamente avulso dalla realtà oggettiva rappresentata dall’ambiente con le sue risorse intese come materiali e come ricettori.

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Lo sviluppo sociale ed economico dei paesi industrializzati ha avuto come elemento motore l’aumento costante del consumo materiale favorito dal dilagare del consumismo come moda culturale dominante.

Il problema dei rifiuti rappresenta la naturale conseguenza di questo fenomeno che ha interessato tutti i sistemi produttivi e di consumo, a partire dai paesi sviluppati. Pertanto, è illusorio ritenere di poter risolvere adeguatamente questo problema adottando politiche di tipo tradizionale e impostate su di un approccio di intervento sugli effetti prodotti da un determinato assetto dell’economia.

Già nel 1989 la Commissione Europea nel proprio documento di strategia sui rifiuti, assegnava la maggiore priorità alla Prevenzione dei rifiuti tra le cinque linee guida strategiche (prevenzione, riuso e riciclaggio, corretto smaltimento, regolamentazione dei trasporti di rifiuti, bonifica dei siti contaminati). Prevenzione, la cui responsabilità veniva ascritta al livello dei processi produttivi e dei prodotti, ovvero alla responsabilità delle imprese. A questi principi la Commissione ha ispirato in qualche modo alcuni successivi passaggi normativi, in particolare la direttiva sugli imballaggi, ma risulta ancora poco finalizzata la sua azione in materia di responsabilità del produttore e di orientamento dei consumatori, come dimostrano i ritardi con i quali procede l’attività sui flussi prioritari di rifiuti e gli scarsi risultati normativi che sta producendo.

In effetti, come dimostrato ampiamente dagli studi condotti nei primi anni ’90 dagli Amici della Terra in tutta Europa e supportati dalle elaborazioni scientifiche dell’Istituto Wuppertal e del Club del Fattore 10, un’adeguata soluzione del problema dei rifiuti può essere raggiunta soltanto affrontandolo dal versante che ne determina le sue caratteristiche quantitative e qualitative, ovvero dal versante dell’inoput (fabbisogno di materiali necessari per realizzare un determinato bene o fornire al consumatore un determinato servizio).

I processi produttivi e di consumo sono oggi caratterizzati da un’elevata efficienza della mano d’opera e da una bassissima efficienza di uso delle risorse (materiali) che vengono considerate un bene di scarso valore economico. Questo ha determinato un formidabile aumento dei flussi di materiali nell’ambiente che comporta alterazioni sostanziali degli ecosistemi, con conseguenti oneri economici per la società (costi esterni). Questi oneri stanno oggi erodendo tutto il valore aggiunto delle attività economiche umane e, di fatto, determinano un impoverimento netto della società.

L’unica via di uscita percorribile, se non si vuole finire in una condizione di contrazione spontanea dello sviluppo inteso nel senso tradizionale e, quindi, di grave crisi sociale, consiste nel puntare a soddisfare le aspettative dei consumatori con beni e servizi contenenti sempre meno risorse (materiali ed energia) ma capaci di determinare uno sviluppo positivo incorporando risorse non materiali (conoscenze, informazioni, elementi culturali, sociali, ecc.).

In questa prospettiva è indispensabile superare la logica rigida del contingente, con tutte le sue pesanti implicazioni, e puntare a favorire tutti quegli sviluppi che consentano la riduzione dell’uso delle risorse naturali mantenendo elevato il livello di qualità della vita, anzi proprio per tale motivo consentendo di poterne fruire meglio in futuro anche a coloro che oggi ne sono privati.

Per tali motivi gli Amici della Terra Europa, con il supporto della DG XI della Commissione Europea hanno promosso il progetto SURE (Sustainable Use of Resource in Europe) nell’ambito del quale gli Amici della Terra hanno realizzato il documento “Politiche dei rifiuti e riduzione dei flussi di materiali” che propone una valutazione dell’applicazione della normativa italiana e una prima elaborazione di dati aggregati sull’uso delle risorse nel sistema produttivo e di consumo, e del quale sono qui riportate alcune parti salienti.