Conferenza sull'Emergenza Rifiuti in Campania: Il Malgoverno
Proposte Politiche - dalla relazione introduttiva di Mario Signorino, ISAT
Roma, 16 Maggio 2007, Camera dei Deputati, Sala del Cenacolo
L'emergenza rifiuti in Campania non è un problema tecnico o amministrativo, ma una questione politica e sociale, che va affrontata con i mezzi della politica. Dopo più di 13 anni, il bilancio del commissariamento è scoraggiante. L'obiettivo a breve-media scadenza dev'essere perciò il ritorno alla normalità costituzionale, ponendo termine al regime straordinario e ripristinando le responsabilità delle amministrazioni regionale e locali. Tuttavia la normalità istituzionale non è compatibile con i rifiuti ammassati nelle strade. Realismo vuole che si appoggi l'azione dell'attuale commissario, come ultimo tentativo per non vanificare gli sforzi di più di un decennio. Sempre che il commissario sia nelle condizioni di perseguire con successo la sua missione.
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Così non pare. Il potere del commissario deriva dalla determinazione del governo che lo esprime e dalla qualità della politica governativa che egli deve realizzare. Purtroppo, la situazione attuale appare sfavorevole: accanto a un commissario che opera, c'è un ministro che si esprime in modo difforme e, quindi, lo delegittima. Quanto alla posizione politica del governo, che il commissario dovrebbe realizzare, non si sa quale sia e comunque se sia meglio espressa dal commissario o da quel ministro.
La nostra richiesta è che il governo assuma la questione come una priorità politica, coinvolgendo pienamente l'opposizione, definisca una posizione unitaria sulla questione campana e supporti l'azione del commissario promuovendo un accordo politico che impegni formalmente la classe politica regionale.
Per quanto riguarda la politica dei rifiuti, occorre ribaltare l'approccio fin qui seguito, proponendo un sistema equilibrato di gestione. Dalla crisi si esce facendo le discariche e gli inceneritori che servono, puntando contestualmente alla prevenzione e al recupero. In questo contesto, riconsiderare la scelta del combustibile da rifiuti (CDR): la politica non dà il meglio di sé quando irrigidisce le scelte tecniche.
Nella prospettiva del superamento dei commissariamenti, aprire il confronto su un'ipotesi di procedimento sanzionatorio nazionale, sul modello delle procedure comunitarie d’infrazione, a carico delle Regioni gravemente inadempienti nella gestione dei rifiuti.
Per i casi di emergenza, potrebbe essere predisposta una struttura tecnica interregionale, riferita alla conferenza dei presidenti delle Regioni, utilizzando il sistema delle Agenzie ambientali, integrato con altre risorse tecnico-scientifiche, in primis l'ENEA.
In questi anni si è parlato prevalentemente di rifiuti urbani in Campania. È tempo di accendere i riflettori anche sulla gestione dei rifiuti industriali. Le statistiche ufficiali segnalano una produzione nella regione di 4,3 milioni t di rifiuti speciali, di cui 2,6 milioni t gestiti (in gran parte con operazioni di recupero, e in minima parte con operazioni di smaltimento). Mancano all'appello 1,7 milioni t: dove vanno a finire?
Quanti altri scheletri nell'armadio nasconde l'Italia dei rifiuti? A causa della precarietà di molti dei sistemi regionali di gestione, la sindrome campana può superare i confini della regione e colpire altrove, in una qualunque delle regioni del centro e del nord con bassissime percentuali di incenerimento. Mettere riparo per tempo a questa situazione dovrebbe essere l'obiettivo di un movimento di opinione innovativo, che proponiamo alla vostra attenzione.
Alcune Domande al governo, al Commissario straordinario, al Presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti
- Qual è il costo complessivo del commissariamento dal 1994 ad oggi? Noi abbiamo stimato 1100 milioni di euro, con un rilevante debito sommerso dovuto al futuro smaltimento delle “ecoballe”.
- Quante sono le ecoballe ammassate: 5 o 7 milioni t? Secondo i nostri calcoli, per smaltire 5 milioni t bisognerà spendere circa 1,5 miliardi di euro. Quali sono le vostre stime?
- Secondo i nostri calcoli, dal 1994 ad oggi, sono state spedite 1 milione t nelle altre regioni e 600.000 t all’estero? Ci sono dati ufficiali più convincenti? Qual è stato il costo di queste operazioni?
- Dove sono finite i circa 3 milioni di t prodotte quest'anno in Campania? Dove dovrebbero finire, secondo i piani, i rifiuti che saranno prodotti nel 2008?
- Quando sarà completato il 2° inceneritore?
- È stato calcolato quante t di rifiuti dovranno finire in discarica prima che entri in funzione il sistema impiantistico programmato?
- In ogni caso, qual è la capacità di smaltimento in discarica prevista per la Campania nei prossimi mesi ed anni?
Tra commissari, sub-commissari, controllori dei commissari, commissioni parlamentari d'inchiesta, Ministero dell'ambiente, Protezione civile, APAT, Osservatorio rifiuti, Corte dei conti, sono stati prodotti quintali di carte, ma non esiste una banca dati completa, attendibile, condivisa e aggiornata sulla gestione dei rifiuti in Campania e nelle altre regioni commissariate. Il fabbisogno di informazioni è largamente insoddisfatto e occorre porvi rapidamente rimedio.{!jomcomment}
Commissari delegati del Governo nominati per la gestione dell’emergenza rifiuti
Regione |
Inizio stato di emergenza |
Commissari delegati |
Incarico ricoperto al momento della nomina |
Decorrenza della nomina del Commissario |
Campania |
1994 |
Improta |
Prefetto |
3/1994 - 3/1996 |
Puglia |
1994 |
Catenacci |
Prefetto |
10/1994 - 6/1996 |
Calabria |
1997 |
Nisticò |
Presid. Regione |
10/1997 - 8/1998 |
Sicilia |
1999 |
Capodicasa |
Presid. Regione |
5/1999 - 5/2000 |
Lazio |
1999 |
Badaloni |
Presid. Regione |
6/1999 - 5/2000 |
Fonte: Corte dei Conti - La gestione dell’emergenza rifiuti effettuata dai Commissari straordinari del Governo, 2007
Tappe fondamentali del periodo di emergenza in Campania
DPCM 11 febbraio 1994 |
Dichiarazione stato di emergenza rifiuti nella regione Campania e nomina del prefetto di Napoli quale commissario delegato per la gestione quotidiana dei rifiuti, nelle more dell'emanazione di un Piano regionale di smaltimento. |
1994 -1995 |
Requisizione di discariche private in provincia di Napoli (Piazzola di Nola e di Palma Campania) ed affido della gestione all'ENEA, nonché di altre discariche (Uttaro e Castelvolturno) in provincia di Caserta |
Marzo 1996 |
Nomina del Presidente della Giunta Regionale della Campania Rastrelli quale co-Commissario delegato per la predisposizione del Piano Regionale per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani; |
Giugno 1997 |
Pubblicazione del Piano Regionale per lo smaltimento dei rifiuti ai sensi del DLgs n. 22/97 (decreto Ronchi). |
Luglio 1998 |
Commissione bicamerale dichiara che la Campania rimane in una fase emergenziale e gli interventi attuati sinora non hanno le caratteristiche necessarie per poter superare tale fase. |
Dicembre 2000 |
Il nuovo Prefetto di Napoli e nuovo Commissario per l'emergenza, Carlo Ferrigno, dichiara che nel corso dell’anno 2000 le discariche esistenti hanno quasi tutte esaurito i volumi di progetto e quelle esercite sono andate oltre tali capacità (volumi ampiamente fuori il piano campagna) con rilevanti problemi igienico-sanitari. Inoltre segnala le opposizioni delle amministrazioni locali anche per gli impianti CDR. |
2001 (prima metà) |
L’emergenza nell’emergenza porta alla riapertura provvisoria anche delle discariche di Serre e Castelvolturno. |
2001 - 2003 |
Avvio degli impianti di produzione di CDR di Caivano, Avellino e S.Maria Capua Vetere (seconda metà 2001), Giugliano, Casalduni e Tufino (2002), e Battipaglia (2003). Il sistema manca comunque della seguente impiantistica finale: |
2001 - 2006 |
In mancanza di tale impiantistica finale sono state necessarie soluzioni alternative urgenti: |