Interpello degli Amici della Terra al Ministero dell’Ambiente sui mancati criteri in tema di rinnovabili

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Roma, 26/02/2025 - Le Regioni sono impegnate a legiferare sulle aree idonee e non idonee sulla base dei criteri stabiliti con il D.M. 21/6/2024; i termini di 180 giorni sono stati poi prorogati di altri 90 giorni a seguito dei ricorsi al TAR Lazio presentati da alcune società delle rinnovabili e della decisione conseguente del Consiglio di Stato.

Tale decreto, oltre ad essere colpevolmente tardivo, costituisce un adempimento parziale rispetto a quanto stabilito dall’art. 20 comma 1 del D. Lgs. 199/2021, in quanto non affronta il tema relativo alla massima porzione di suolo occupabile dagli impianti per unità di superficie.

Si tratta di un argomento su cui esistono anche autorevoli pronunciamenti della giustizia amministrativa, come ad esempio alcune sentenze del TAR Umbria (vedi sentenze 613/2023 e 615/2023) che ne sottolineavano anche il carattere prioritario, volendo in ogni caso “contemperare le esigenze della promozione delle fonti energetiche rinnovabili con quelle dello sfruttamento agricolo e di tutela del paesaggio”.

“Abbiamo pertanto sottoposto al Ministro per l’Ambiente un interpello utilizzando le prerogative concesse per legge alle associazioni riconosciute al livello nazionale – dice la Presidente degli Amici della Terra Onlus Monica Tommasi – affinché si colmi questa grave lacuna. Purtroppo – prosegue Tommasi – siamo di fronte ad un quadro normativo troppo sbilanciato in favore del settore delle rinnovabili, né abbiamo registrato adeguate prese di posizioni all’interno dell’intero arco parlamentare.

Ci auguriamo che le Regioni e le Province autonome facciano valere queste istanze al fine di evitare che permanga un clima di vera e propria deregulation particolarmente congeniale a iniziative speculative e distruttive per i territori.”


 Qui disponobile l'interpello inviato al Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetca pdf

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