“Il Ministero censura il recupero di energia?”

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Abbiamo presentato le nostre osservazioni e proposte  al documento “Verso un modello di economia circolare” elaborato dal Ministero dell’Ambiente e messo in consultazione pubblica.

Siamo da sempre attivi sui temi dell’efficienza nell’uso di energia e risorse e già negli anni ‘90 siamo stati promotori dell’edizione italiana di Fattore 4, il testo di Amory Lovins, Hunter Lovins e Ernst von Weizsäcker, diventato ora il testo di riferimento degli indirizzi dell’Europa e degli stati membri, e finalmente citato proprio nel documento in consultazione. Come si sosteneva allora raddoppiare il benessere dimezzando l’uso di risorse naturali è possibile, ed è anche l’unico modo realistico per ridurre l’impatto ambientale della produzione industriale.

 

Riteniamo che questo documento non tenga adeguatamente conto delle attuali condizioni del nostro ciclo di produzione e consumo, in particolare nel settore di rifiuti. Metà del Paese è lontana dall’aver attuato un ciclo integrato, al punto da esportare gran parte dei propri rifiuti urbani o, addirittura, da confinarli ancora nelle discariche.

“E’ ben strano – afferma la presidente Monica Tommasi - che il documento consideri il riutilizzo e il riciclo dei materiali ma non il recupero di energia tramite incenerimento o co-combustione dei rifiuti non più riutilizzabili o riciclabili” come invece proposto dalla stessa Commissione Europea nella comunicazione “Il ruolo della termovalorizzazione nell'economia circolare” del gennaio 2017”.

“Il timore – prosegue Monica Tommasi – è che per arrivare ad una fase di attuazione, di una ampia economia circolare, possano passare altri venti anni e che la teoria non si confronti mai con i problemi reali”.

Nel documento affrontiamo anche i temi della formazione, pure a fini occupazionali, considerati i profondi cambiamenti attesi e i rischi per le risorse umane e le imprese di settori non più in linea con le nuove esigenze dello sviluppo moderno e sostenibile, e sottolineamo con particolare attenzione il tema della simbiosi industriale, con l’auspicio dell’estensione a livello nazionale delle esperienze già sviluppate a livello regionale e sul modello del network “SUN – Symbiosis User Network”.