I Sospetti D’inquinamento Radioattivo, Le Specificita’ Geologiche delle Coste e il Monitoraggio Straordinario Disposto dal Presidente dell’ANPA del Ministero dell’ambiente nel 1996

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di Mario Pileggi*

I dati delle misure effettuate nelle scorse settimane dall’Arpacal dimostrano l’infondatezza dei sospetti di inquinamento radioattivo, su uno dei tratti più noti della costa jonica della Calabria, sorti dopo i tre servizi del programma televisivo “Le Iene”.

Per dissipare i sospetti diffusi ovunque, anche attraverso i social, è necessario informare sulle reali condizioni dello stato di salute del mare e delle spiagge non solo di Montauro e del Golfo di Squillace ma di tutti i 716 Km di coste della regione. Nell’interesse della Calabria e dell’intero BelPaese, s’impone la necessità di informare con dati certi e verificabili sull’intero patrimonio costiero regionale. Un patrimonio di terre e acque ricche di minerali e sostanze che, tra l’altro, alimentano una grande varietà di vegetali e animali e anche di quei preziosi prodotti enogastronomici presi in considerazione dal New York Times per iinserire la Calabria tra i luoghi da visitare nel 2017.

Lo stallo alla Sogin continua: che fine faranno i rifiuti nucleari italiani?

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Intervento della Presidente Monica Tommasi

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Da oltre vent’anni gli Amici della Terra sostengono che l’Italia deve provvedere ai propri rifiuti radioattivi scegliendo un sito idoneo ove custodire sia i rifiuti che provengono dal nucleare, chiuso tanti anni fa ma che ha lasciato impianti da smantellare e rifiuti radioattivi da mettere in sicurezza, sia quelli  che continuano a prodursi quotidianamente negli ospedali e che vengono accumulati in capannoni provvisori.

L’inganno e la demagogia dei “Rifiuti Zero”: Discariche e Inceneritori, purchè non a Roma

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Sintesi dell’Intervento di Beniamino Bonardi (L’Astrolabio – Amici della Terra)

Convegno “Il piano Nathan per Roma. ATAC e AMA. Portare i libri in Tribunale e indire gare europee organizzato da La Marianna e Fondazione Luigi Einaudi

Roma, 22 novembre 2016

Dietro lo slogan “Rifiuti Zero” si nasconde la realtà di una capitale che, pur essendo estesa per ben 1.285 kmq, non tratta neppure un grammo dei rifiuti che produce. Roma pre-tratta e basta, cioè produce rifiuti da rifiuti. Per quel che viene dopo, cioè per il trattamento finale, tutte le strade portano fuori Roma, in discariche e inceneritori, italiani ed esteri. Il tutto in nome del “No” all’inceneritore a Roma e nel Lazio, perché non servirebbe e farebbe male alla salute. Gli inceneritori altrui, però, sono ricercati e benvenuti.

Pubblicato il decreto sulla gestione dei rifiuti

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E' stato pubblicato ieri il Dpcm sulla gestione dei rifiuti (attuativo dell'articolo 35 del decreto sblocca Italia) che, a fronte della produzione di rifiuti urbani, individua la necessità  di 8 nuovi termovalorizzatori (2 in Siclia, 1 in Sardegna, e rispettivamente uno in Umbria, Marche, Lazio, Campania e Abruzzo) e la messa in esercizio di 5 termovalorizzatori già autorizzati (Sesto Fiorentino, Roma, S.Vittore, Gioia Tauro, Statte) in aggiunta ai 40 attualmente in funzione.

Scarica il decreto

 

Pregiudizi da smaltire (definitivamente)

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da Nuova Energia 1/2015

di Rosa Filippini

Miti e tabù paralizzano i sistemi di gestione dei rifiuti

Con la Conferenza Chiudere il Cerchio, tenuta a Milano lo scorso autunno, gli Amici della Terra hanno ripreso l’iniziativa contro l’emergenza rifiuti divenuta endemica in gran parte del territorio nazionale - ora persino nella Capitale - al punto da non fare più notizia e di essere diventata marginale nel dibattito politico, confinata fra le tecnicalità, la cronaca nera e quella giudiziaria.

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